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Dal consumo degli ortaggi il cittadino dovrebbe ricevere alimentazione, salute e piacere ma anche saper riconoscere le produzioni del proprio territorio, capire quando un ortaggio è fresco, sapere il miglior utilizzo in cucina.
L’esperienza di tanti anni di corsi sull’uso degli orticoli in cucina alle Università Popolari ed altre associazioni, nonché di presentazione di cene a tema, ci hanno dimostrato che da quando la verdura, da fonte di vita, di salute e di benessere, come l’ha concepita il Padreterno, è stata trasformata in merce , mercato, marketing; da quando l’orticoltore ha dovuto diventare un produttore conto terzi e la distribuzione, grande o piccola si è rivelata non il ponte che unisce produttore e consumatore ma il muro invalicabile che li divide; da quando il consumatore ha perso la conoscenza dei prodotti, non sa più apprezzare la qualità e si limita a scegliere il meno peggio di quello che gli viene propinato, senza mai pensare alla provenienza…da quel momento si è definitivamente rotto il legame con le tipicità e le specificità territoriali; si è scisso il vincolo tra coltura e cultura; ci si è dimenticati che i sapori sono veicolati dai saperi; si è perso il gusto ed il valore della nostranità che è un concetto più comprensivo di territorialità: non solo composizione del terreno, microclima, tecniche colturali, esperienza dei coltivatori, ma soprattutto senso di appartenenza di un prodotto, saperi condivisi di produttori ed utilizzatori. Nostrano è un prodotto che non è solo tipico ma è soprattutto conosciuto, apprezzato, diffuso dai componenti della comunità. Da queste considerazioni è partita l’iniziativa dell’ortodidattico come occasione di riprendere il dialogo tra produttori e consumatori, di interrompere la spirale perversa, che non si sa chi abbia messo in piedi ma a cui tutti partecipiamo, che fa sì che a Lusia gli orticoltori cessino l’attività perché non riescono a pareggiare i costi e a Rovigo i consumatori si privino della verdura perché non la trovano fresca o a prezzi esosi. Questa “Logica di mercato” non è più un procedere per sillogismi ma è diventata un guazzabuglio di sofismi.
L’ortodidattico Il Profumo della Freschezza è condotto da una società agricola tra due fratelli costituita il 20 aprile 2013, iscritta come impresa agricola, società semplice, alla Camera di commercio di Rovigo il 10 giugno 2013 con il numero di iscrizione 01468210297 ed ha tra gli oggetti sociali: valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, le attività di ricezione ed ospitalità (agriturismo). La rappresentanza legale è attribuita a Maggiolo Matteo e l’amministrazione, compresa qualsiasi operazione finanziaria a Maggiolo Renato. L’attività è iniziata contestualmente alla costituzione. Due ettari circondati da 80 alberi e 700 arbusti di 40 diverse varietà, con al centro un percorso olfattivo composto da 60 essenze aromatiche. Impiantato e seminato con tutte le varietà di ortaggi che crescono nel nostro clima. Nessun impiego di chimica. La biodiversità ambientale si prende cura della sanità dei prodotti. Aperto alla visitazione e alla libera raccolta degli ortaggi e delle foglie aromatiche. Chi vuole ortaggi se li deve raccogliere. Spiegazioni degli ortaggi e consigli per il loro uso in cucina. Anche delucidazioni su come coltivare il proprio orto domestico nel massimo rispetto della Terra. Chi lo desidera può aiutare nei lavori. Chiunque voglia vedere la crescita degli ortaggi e capirne qualcosa è il benvenuto. Non più il contadino che fa anche il fruttivendolo ma invogliare il cittadino a diventare, almeno per due mezz’ore alla settimana, contadino. Il cittadino che deve dialogare non solo con il contadino, ma soprattutto con la terra, con la natura. Per non cadere nella logica di mercato, il prezzo degli ortaggi raccolti dal cittadino non vengono stabiliti dal venditore ma è il compratore stesso che decide quanto è il valore degli ortaggi raccolti e mette l’importo nel cassetto, senza alcun controllo.
Alcuni mesi di esperienza hanno confermato la validità dell’iniziativa e quanta necessità di comunicare, ma anche voglia di apprendere, ci sia sulle proprietà benefiche degli ortaggi, la stagionalità, la nostranità. Anche molti raccoglitori vegetariani hanno confessato di non conoscere gli ortaggi e le loro enormi proprietà nutrizionali e si nutrono di prodotti industriali, seppur Romolo Cacciatori 2 vegetariani. Molti bambini che hanno accompagnato i genitori hanno fatto capire che era la prima volta che vedevano una pianta di pomodoro e si è capito che non hanno alcuna esperienza né conoscenza dei prodotti della terra. Si evince quindi la necessità di rafforzare l’aspetto didattico dell’iniziativa completandola con una scuola di cucina vegetariana per gli adulti e un laboratorio didattico per gli scolari.
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